Friuli Venezia Giulia: cosa vedere e dove andare in vacanza

Questa guida non è come le altre. In queste pagine puoi trovare i racconti e i commenti delle persone che hanno effettuato dei viaggi in Friuli Venezia Giulia Le cose da vedere sono molte di più di quelle che abitualmente si è soliti ricordare a memoria, per questo abbiamo raccolto 20 posti indimenticabili che meritano di essere visti passando per il Friuli Venezia Giulia o organizzando una vacanza qui, all’interno di questi confini.

Posti magici da vedere in Friuli Venezia Giulia, tutti luoghi che non aspettano altro di essere scoperti e che vi lasceranno letteralmente a bocca aperta!

Se vi piace viaggiare low cost e siete alla ricerca di posti insoliti in cui dormire a basso costo, allora lasciatevi ispirare dai nostri suggerimenti per pianificare la vostra vacanza estiva, tra spiagge e vette Friulani oppure un viaggio relax per il prossimo autunno e inverno!

 

Il Friuli Venezia Giulia offre infinite opportunità per divertirsi e scoprire posti incantevoli. Tante la città da visitare: da Aquileia, che con le sue splendide rovine romane è diventata Patrimonio mondiale dell’Umanità, a Trieste, il capoluogo che, fra memoria mitteleuropea e grandi progetti, si è rinnovato recuperando il centro storico e aprendo gallerie d’arte contemporanea di altissimo livello.

Ecco 20 cose da vedere in Il Friuli Venezia Giulia.

1. Maniago

ha origini antichissime e offre percorsi storici e naturalistici di grande interesse, immersi in un ambiente ne punto di incontro tra la pianura dei magredi e i monti alle sue spalle, alle porte delle Dolomiti friulane. A partire dal XV secolo, sotto la dominazione veneziana, la città sviluppa la peculiarità artigianale per cui è ancora oggi famosa in tutto il mondo. Da oltre 600 anni fabbri e coltellinai locali producono ogni tipo di lama: dai coltelli da cucina alle forbici, dalle lame da lavoro ai cavatappi, dagli stiletti alle spade e armi d’asta. Da non perdere la visita al Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie, ospitato in un’ex fabbrica di coltelli, e la testimonianza dell’attività di un coltellinaio.

2. Erto e Casso

Sono due borghi in provincia di Pordenone. Per la loro architettura di montagna al contempo semplice e straordinaria, sono stati dichiarati monumento nazionale. Hanno conservato il tipico aspetto rurale e questo fa immaginare come fosse la vita in montagna legata alle tradizioni, alle usanze, all’artigianato, all’agricoltura e all’allevamento del bestiame. Erto e Casso hanno dialetti, credenze e tradizioni diverse; l’unica cosa che li accomuna è, purtroppo, il disastro del Vajont avvenuto il 9 ottobre del 1963, che ha spazzato via uno stile di vita. I borghi, ovviamente, sono stati integralmente ricostruiti. A memoria della tragedia è stato allestito il museo del Vajont visitabile presso il Centro Visite del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane di Erto e Casso e dal 2007 è stato aperto al pubblico il coronamento della diga. L’organizzazione delle visite è affidata al Parco Naturale delle Dolomiti Friulane. Si potranno percorrere i primi venti metri di coronamento e osservare l’impressionanate scenario della frana del Monte Toc e della valle sottostante di Longarone, spazzata via in una notte.

3. Poffabro

 è un museo a cielo aperto nel cuore della Val Colvera. La sua “forza magica” sta nell’effetto incantatore delle pietre tagliate al vivo e dei balconi di legno. Il bello del borgo sta proprio nell’umile realtà di pilastri, scale, ballatoi e archi in sasso, in armonia perfetta con la natura circostante. La Val Covera, dove sorge Poffabro, fu piuttosto frequentata sin dall’epoca romana quando era attraversata, proprio ai piedi del monte Ràut, dalla strada che dalla colonia militare di Julia Concordia apriva la via verso il nord, attraverso le Alpi. L’area riporta tracce d’insediamenti antichi, ma per giungere alle prime testimonianze sicure si fa riferimento in primo luogo agli archivi del vescovo di Concordia. Fra i suoi beni infatti, già nel secolo XI, era catalogata la parrocchia di Poffabro. In secondo luogo esiste una sentenza arbitrale del 1339 dove si menziona “Prafabrorum”, il “prato dei fabbri”, una parte del quale, precisamente la “decimam de Pratum Fabri”, nel 1357 fu riservata dal nobile Galvano di Maniago al figlio Nichilo all’interno del proprio lascito testamentario.

4. Forni di Sotto e Forni di Sopra

è situato nell’Alta Val Tagliamento, confina con i comuni di Sauris, Ampezzo, Forni di Sopra, Claut, Socchieve e Tramonti di Sopra e, con i suoi 96 km2, è il comune più esteso della Carnia e uno dei più vasti della provincia di Udine. All’ingresso del paese c’è la chiesetta di San Lorenzo, monumento nazionale, edificata nel 1300; ospita un ciclo pittorico realizzato nel 1492 da Gianfrancesco da Tolmezzo, uno dei più grandi pittori del Quattrocento friulano. E’ visitabile percorrendo il Cammino delle Pievi . Simbolo del paese sono le tre fontane, attorno alle quali sono risorte dalle ceneri le borgate di Vico, Tredolo e Baselia, incendiate dai nazisti per rappresaglia nel 1944. La parte abitata di Forni di Sotto è situata tra la riva destra del Rio Auza e il corso del fiume Tagliamento. La cittadina è molto attenta a preservare le tradizioni dell’agroalimentare; a testimonianza di questo è stata costituita un’associazione di produttori legati alla produzione del territorio (pere, mele, insaccati, miele, formaggi…)  Inoltre, nelle vicinanze del paese, si possono visitare alcuni siti di particolare interesse: la gola di Faust (celebre per i suoi fossili), i resti di una fortezza risalente al Medioevo (in località Pra di Got), le sorgenti di acqua solforosa “Aghe da la Puze”, nella frazione di S. Antonio a un paio di km in direzione Forni di Sopra.  Forni di Sopra è adagiata in una conca ampia e soleggiata nella valle del Tagliamento, a un’altitudine di 907 m. Le tre frazioni che lo compongono sono: Vico, Cella e Andrazza, dove risiedono circa 1000 abitanti. Il pittoresco borgo turistico montano è situato in una bellissima conca, solcata dal fiume Tagliamento e protetta dai declivi delle Alpi Carniche e dalle strapiombanti guglie delle Dolomiti Orientali, in un ambiente dichiarato il 26 giugno 2009 dall’Unesco come Patrimonio Universale dell’Umanità. Il fascino alpino, la tipicità e la scelta di promuovere un turismo rispettoso dell’ambiente hanno contribuito al conferimento dell’ambito titolo di  “Perla delle Alpi” e entrare a far parte dell’Associazione Alpine Pearls e proporsi, assieme ad altre località alpine, come modello per un turismo eco-compatibile, di qualità, con offerte turistiche innovative all’insegna della mobilità dolce e della tutela del clima. È adattissimo sia per riposarsi sia per svagarsi praticando diverse attività all’aria aperta. In particolare è consigliato alle famiglie con bimbi piccoli.

5. BORGHI DELLA CARNIA

è una terra antica solcata da sette valli che si estendono verso le Alpi Carniche e le Dolomiti Friulane. Un piccolo paradiso di monti, acque, boschi e vallate dove l’ambiente, la storia, la cultura e la lingua si contraddistinguono da paese in paese, così come i prodotti dell’agroalimentare e l’artigianato artistico, erede di una grande tradizione conservata nei numerosi musei. Il territorio, interamente montano, che si sviluppa su una superficie di 1.230 km2, è formato da 28 comuni in cui si parlano l’italiano, il tedesco, il friulano carnico, il veneto e antichi dialetti tedeschi come il saurano e timavese. Testimonianza di un passato di dominazioni come quelle dei Galli Carni, dei Romani, dei Longobardi, degli Austriaci e della Repubblica della Serenissima, che indelebilmente segnarono e forgiarono questa piccola regione alpina, che ha saputo custodire con discrezione e orgoglio la sua naturale bellezza. Il clima, piuttosto freddo, ma meno rigido di altri settori alpini, che provoca un abbassamento dei limiti altimetrici della vegetazione di circa 200-400 mt, trovando quindi le stesse specie a quote inferiori rispetto al resto dell’arco alpino. Le valli della Carnia, o canali come si dice da queste parti, si sviluppano come i rami di un albero partendo da sud in direzione nord. Ogni valle segue lo scorrere del fiume omonimo, per poi confluire quasi simbolicamente, a Tolmezzo, nel fiume più grande della Regione, il Tagliamento.

6. Tolmezzo

Città Alpina nel 2017 dal Touring Club Italiano: il riconoscimento è conferito ogni anno alle città dello spazio alpino che si distinguono per lo sviluppo sostenibile e per l’impegno nell’attuazione della Convenzione delle Alpi, il trattato internazionale sottoscritto nel 1991 dagli otto Paesi alpini (Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Principato di Monaco, Slovenia e Svizzera nonché dalla Comunità Europea). Tolmezzo è il capoluogo della Carnia, e si trova all’inizio della Val Tagliamento. È una città ricca di storia, con tracce ancora vive dell’influenza veneziana e della sua antica funzione di ponte con i popoli dell’Alpe Adria. L’impianto storico di origine medievale conserva ancora la cinta muraria, la torre di guardia “Torre Picotta” contro gli invasori, i resti del Castello risalente alla dominazione patriarcale e il Museo Etnografico “Michele Gortani”, che ripercorre la storia e la cultura di questi popoli negli ultimi secoli. Tolmezzo ha un ricco programma di interventi e di manifestazioni che si concretizza principalmente in quattro direzioni (ambiente, cultura, sport ed enogastronomia).

7. Illegio

piccolo scrigno d’arte, un borgo montano non lontano da Tolmezzo, una splendida gemma incastonata tra i monti della Carnia. Arrivare in questo antico borgo significa entrare in un pacifico frammento di mondo lontano dal frastuono metropolitano. Dal paese, un sentiero sale alla Pieve di San Floriano, scrigno di intatta bellezza del IX secolo, che sorge a 750 metri di quota, dai quali si gode uno splendido panorama sui monti circostanti e su tutta la valle. Recenti scavi archeologici, hanno portato alla luce il sito paleocristiano di San Paolo (IV sec.), una fortificazione longobarda, una piccola chiesa carolingia e i resti delle dimore medioevali dei castellani. Incantevole il percorso dei mulini: da scoprire il cinquecentesco Mulin dal Flec ancora in funzione accanto al Touf, la risorgiva che scaturisce dal cuore del paese. I sentieri che partono da Illegio permettono di raggiungere il Monte Sernio e la splendida conca di Lunze o di congiungersi al Cammino delle Pievi in Carnia.  I dintorni offrono tre piste per lo sci di fondo e per gli amanti della natura e comprendono tracciati per mountain bike e trekking. Lauco e le sue frazioni meritano una visita anche per i piccoli capolavori di architettura e arte. Il borgo più tipico del paese e Borgo Ciavociarie; inoltre, molto caratteristica da vedere è anche la Casa di Elena Cimenti. Interessante è anche la Chiesa Parrocchiale di tutti i Santi, edificata a partire dal Settecento. Meritano sicuramente una visita la Forra del Vinadia, uno dei più spettacolari “monumenti naturali” della Carnia è il risultato di tre grandi baratri in cui scorrono altrettanti corsi d’acqua: il rio Chiantone, il rio Pichions e il rio Vinadia. La forra prende il nome dall’antica regina dei Carni Vinadia, che si lanciò nel dirupo assieme al suo esercito per non essere catturata dai Romani che l’inseguivano. Per scoprire la Forra si consiglia di contattare il Collegio Regionale delle Guide Alpine del Friuli Venezia Giulia

8. Ravascletto

nel cuore della Carnia, è uno dei maggiori poli turistici estivi e invernali della regione e si trova in una soleggiata conca, dominata dal Monte Crostis a nord e dai Monti Zoncolan e Tamai a sud. Vanta anche la nomina di “Borgo Autentico d’Italia”, grazie alle sue splendide borgate, che hanno mantenuto intatti esempi di architettura carnica. Case e fienili, stavoli e chiese che racchiudono tesori di inestimabile valore, nelle frazioni di Salârs e Zovello, nelle borgate Stalis e Som la Vila. Sia d’inverno sia d’estate è possibile salire in funivia fino a quota 1740 m. per raggiungere la vetta del Monte Zoncolan, noto comprensorio sciistico, che oltre a offrire 22 km di piste adatte a tutti, in estate diventa un Bike Park all’aperto per gli amanti della bicicletta, in uno scenario con vista a 360° sulle Alpi Carniche e Dolomiti Friulane. La cima dello Zoncolan è famosa in tutto il mondo per le tappe montane del Giro d’Italia. Per tutti gli appassionati della corsa Rosa, segnaliamo due tappe diventate mitiche, da poter affrontare rivivendo l’epopea dei campioni che l’hanno percorsa: la Lienz-Zoncolan e la Maniago-Zoncolan.

9. Raveo

si trova nella Val Tagliamento, adagiato in una conca verdeggiante e soleggiata. Di origine preromana, è stato gravemente e danneggiato dal terribile sisma che colpì la regione nel 1976. Nonostante il terremoto, rimangono ancora visibili alcuni edifici. Bellissima è la cascata di Cladonde, incastonata tra le fessure della montagna: si può raggiungere con un’escursione a piedi di circa 40 minuti.  Meraviglioso il Santuario del Monte Castellano, edificato nel 1619. Questo piccolissimo borgo carnico offre un’atmosfera unica, molto rilassante e assai suggestiva. Il comune è caratterizzato dalla presenza di numerose botteghe artigiane ed è conosciuto dai più golosi per le gustose “Esse” di Raveo, squisiti biscotti tipici.

10. Sauris

costellata da malghe e pascoli, è collocata tra i 1000 e i 1400 m. di altitudine ed è la più alta dell’intera regione. Si narra che questa comunità germanofona sia stata fondata da coloni giunti dall’Austria, che portarono con sé gli usi e costumi della terra d’origine. Una particolarità del paesaggio saurano è rappresentata dalle tipologie architettoniche, caratterizzate da elementi semplici e funzionali d’influenza basso bavarese.  Il nome di Sauris è legato a quello del suo squisito prosciutto crudo leggermente affumicato IGP secondo la ricetta della tradizione saurana. La vastità dei pascoli alpini permette di produrre il gustoso formaggio di malga, arricchendo l’offerta nel settore agroalimentare; molto apprezzata è anche la produzione dei dolcissimi piccoli frutti e derivati. Parlando di latte e di formaggi non possiamo non segnalare una particolare forma di turismo esperienziale, l’adozione di una forma di formaggio. L’esperienza prevede l’acquisto di una forma di formaggio in malga, la visita alla cantina di Malga Alta Carnia (Sebastiano Crivellaro), per spiegare il lavoro della stagionatura e affinamento. Se siete appassionati di astri e pianeti, vi consigliamo sicuramente l’osservazione del cielo stellato tra i più belli d’Italia con un astrofilo. Astronomitaly, la rete del Turismo Astronomico che individua le località che offrono i migliori luoghi da cui osservare le stelle, certifica Lateis di Sauris (UD), come una tra le località con il miglior cielo d’Italia grazie all’assenza di inquinamento luminoso. I partecipanti sono accompagnati da un astrofilo in una “passeggiata” tra le stelle dove è possibile imparare semplici nozioni di astronomia, conoscere e identificare le costellazioni. 

11. Socchieve

è una delle borgate più antiche della Carnia ed è ricordata già nel Medioevo a iniziare dall’anno Mille. Il suo nome di origine latina, “sub clivo”, trasformatosi nei secoli in “sot la cleva”, si riferisce alla posizione sotto il colle. Le chiese sono ricche di opere d’arte: per esempio quella di San Martino che nel presbiterio presenta un importante ciclo di affreschi del maggior pittore carnico del Rinascimento, Gianfrancesco da Tolmezzo. A Socchieve si svolge la Rassegna Carnica: “Arte, Cultura, Lavoro”, che si svolge da oltre 30 in estate, fra luglio e agosto, ed è la più completa vetrina dell’artigianato locale: mobili, tessuti, abbigliamento, ceramica, orologeria, pelletteria, lavori di ricamo e legni intagliati.

12. Sutrio

Sutrio è un piccolo borgo alle pendici del Monte Zoncolan, conosciuto per la tradizione della lavorazione del legno. Qualche chilometro di macchina e si possono raggiungere le vicine “Terme di Arta” nelle quali ci si può rilassare e ritrovare il piacere della calma e della tranquillità. A Sutrio inoltre ci sono importanti appuntamenti culturali ed enogastronomici che richiamano molti turisti. Molto conosciuto il presepe di Teno, una riproduzione in miniatura del borgo realizzata in più di 30 anni di lavoro dal maestro del legno Gaudenzio Straulino. Sutrio propone un nuovo modo di fare turismo, quello dell’albergo diffuso a Borgo Soandri. L’etica dell’albergo diffuso si fonda sulla rivalutazione del territorio e del patrimonio edilizio esistente, al fine di renderlo produttivo per il benessere della comunità intera. La casa tradizionale diventa un elemento essenziale dell’offerta turistica e dona l’opportunità di godere di ampi spazi e di natura incontaminata. Ospitato nel cuore di antichi borghi immersi nella natura e nella vita semplice del paese, il turista può godere di uno spazio che sa di “casa” senza rinunciare ai servizi offerti dalle strutture alberghiere tradizionali. L’albergo diffuso dispone di oltre 150 posti letto distribuiti in appartamenti e case ristrutturate e arredate nello stile tipico della casa carnica. Borgo Soandri è dotato di strutture adeguate alle persone diversamente abili, alle famiglie numerose, a chi viaggia in bicicletta e anche a chi viaggia con amici a quattro zampe.

13. Sappada

 si estende nell’alta valle del Piave. Nel dicembre del 2017 è passata dal Veneto a Friuli (provincia di Udine), pur rimanendo parte integrante del Cadore. D’estate Sappada incanta con i colori dei campi e dei balconi fioriti, con la limpidezza delle acque che si incontrano durante le escursioni, con il profumo del legno e di tutte le eccellenze gastronomiche che la rendono unica. Nella stagione invernale la coltre bianca rende Sappada ancora più magica. In tutte le stagioni le attività che offre Sappada sono adatte a tutti, strizzano l’occhio alle famiglie e agli ospiti più piccoli: dalle attrazioni del Parco di Nevelandia, al geocaching, allo sleddog. Splendida la passeggiata fra le Borgate di Sappada Vecchia, da poco entrata a far parte dei Borghi più Belli D’Italia: un tuffo nella storia e nella tradizione della vallata.

14. Scoprire i borghi della Carnia

è un territorio speciale per la sua natura incontaminata, le vallate e vette mozzafiato e per la sua autentica cultura che non troverete da nessun’altra parte. Dai tracciati più dolci delle colline, alle vette maestose del Parco naturale delle Dolomiti Friulane, il piacere della scoperta non trova mai fine, tra cascate, canyon e laghi d’alta quota. Trekking, equitazione, sport estremi e tutte le discipline di sport invernali consentono di vivere la natura allo stato puro, mentre architettura spontanea e piccole botteghe artigiane lasciano intuire il rispettoso equilibrio che con la natura ha stabilito, nel tempo, la popolazione. Una proposta di itinerario della durata di 5 giorni, da organizzare tra maggio e ottobre, tra Arta Terme e Sutrio, alla scoperta della Val Pesarina e Aplis/Ovaro, Forni di Sopra e il Parco delle Dolomiti friulane, tra Sauris e Paularo.

 

 

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